Riassunto Decimo Canto Purgatorio Gratis

Nel decimo canto del Purgatorio Dante incontra i superbi ed il poeta comincia a descrivere la purificazione dai peccati che si attua in tutto il regno con la penitenza e con la preghiera. La superbia è la radice di tutti i peccati ed è scontata nella prima cornice sempre secondo la legge del contrappasso. I superbi avanzano curvi sotto il peso di pesanti massi con gli occhi rivolti verso la parete della roccia dove sono raffigurati esempi di umiltà mentre il suolo riporta invece effigiati esempi di superbia punita. Le anime sopportano la pena in modo non più drammatico come avviene nell’Inferno, ma con trepidazione e aspettativa di una vita beata. 

Luogo: prima cornice dove espiano i superbi. 

Personaggi: Dante e Virgilio. 

Trama. 

Oltrepassata la soglia della porta del Purgatorio senza voltarsi indietro, Dante e Virgilio si trovano di fronte ad un sentiero, irto e tortuoso, ed abbastanza stretto come stretta è la via che porta al bene e che solo pochi trovano.
La luna calante sta per tramontare quando i due poeti a fatica giungono nella prima cornice e si trovano in un ripiano dove si aprono due strade della stessa misura.
Il sentiero di sinistra, meno ripido ha le pareti di marmo bianco decorate con bassorilievi tanto perfetti, da superare in bellezza di quelli di Policleto, che rappresentano esempi di umiltà. 

Esempi di umiltà.

Il primo esempio scolpito nel marmo raffigura l’Arcangelo Gabriele che annuncia a Maria la nascita di Cristo. Maria è esempio di somma virtù e solo per sua intercessione Dante può intraprendere la salita al monte. 

Dante è rapito dalla scultura e Virgilio lo invita a rivolgere lo sguardo verso altre scene per cui il poeta si sposta e vede il carro ed i buoi che trasportano l’Arca Santa, che custodisce le leggi di Mosè, fino a Gerusalemme dove il re Davide farà costruire il tempio.
Davanti all’Arca vi è Davide vestito con un umile abito di lino bianco che danza come un fanciullo privo di tutti i segni del potere. Sullo sfondo del bassorilievo vi è l’immagine di sua moglie Micol, che guarda con disapprovazione il suo comportamento.
Dietro a questa scena ecco che se ne apre un’atra riferita alla storia profana: l’imperatore Traiano che scende dal suo cavallo per ascoltare una misera donna che chiede giustizia per il figlio ucciso. Traiano, imperatore umile e giusto, scende da cavallo tra la folla di cavalieri che lo attendono per partire per la battaglia, e fa giustiziare coloro che avevano ingiustamente provocato la morte del figlio della donna.
L’episodio aveva commosso papa Gregorio Magno che con le sue preghiere aveva ottenuto che Traiano fosse accolto in Paradiso.
Il bassorilievo è fatto in modo tanto perfetto, essendo opera di Dio, da far percepire con l’immagine addirittura il linguaggio. 

Le anime dei superbi.

Mentre Dante ammira le raffigurazioni di tali atti di umiltà, Virgilio gli indica la strada da seguire e le anime presenti nella cornice. Il poeta rammenta che il suo viaggio non ha solo un interesse artistico, ma che è un itinerario di purificazione e volge la sua attenzione alle anime dei superbi condannati ad un’orribile pena.
Egli vede infatti una massa informe che avanza in cui non si distinguono le singole figure perché sono rannicchiate sotto enormi pesi, proprio in contrapposizione al loro peccato che li aveva portati in vita ad affermare se stessi.
Guardando bene, Dante scorge le anime dei superbi che si battono il petto ed invita gli uomini a spogliarsi di ogni inutile orpello, perché nel momento della morte l’anima nuda dovrà presentarsi al giudizio divino per trasformarsi in farfalla e librare verso l’alto o rimanere vermi a causa dei peccati.

Le Anime dei superbi sono quindi più o meno rannicchiate e confuse nella folla a seconda dei pesi che devono portare che sono graduati in base alla gravità della loro colpa.

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